I pensieri diventano parole.
E poi diventano cose.
Gli Antichi lo sapevano.
Molti di noi no.
Guardate qui:
“Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.
Essa era nel principio con Dio.
Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.
In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.
La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta.” (Giovanni 1,1-5)
Non è sorprendente?
Sta dicendo che “Dio” si rivela nelle parole che pronunciamo.
E se possiamo scegliere le parole che pronunciamo, possiamo scegliere qual è quel “Dio”.
Se le cose stanno in questo modo, la parola “fede” è solo un altro nome per “libertà”.
La libertà di scegliere se immaginare o preoccuparsi.
In effetti, “immaginare” è l’atto pratico della parola “fede”.
Se non sai come fare per avere fede, comincia a immaginare.
Non smetterai di farlo per tutta la vita.
“Immaginare” è l’unica alternativa a “preoccuparsi”, ed è anche un modo molto più divertente di vivere.
Ha ragione il Dr. Gianni Simonato ( https://www.simonatopartners.com/ — https://www.myacademypmi.com/ ) quando dice di immaginare il 2030.
Ogni tanto, durante la giornata, andate a leggervi i suoi post, o anche quelli del Dr. Alessandro Carli ( www.alessandrocarli.it ) — sono scritti non per vendere qualcosa, ma con l’intento di aiutarci a pensare meglio.
Questo è un suggerimento disinteressato.
E adesso che sai cosa significa “fede” (immaginazione persistente), guarda come appare agli occhi del lettore moderno questa famosa frase:
“In verità vi dico: Se avrete fede (immaginazione) e non dubiterete, potrete dire a questo monte (problema): spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.” (Matteo 21,21)
Non c’è che dire, è un bel consiglio — e si ripresenta continuamente.
Ma chi lo ascolta?
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